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2015-04-23

Tokyo mon Amour. Il quartiere Ueno. 上野において話しています!

La maggiore attrattiva del quartiere di Ueno, che lo rende famoso e molto frequentato, è il parco Ueno-Koen 上野公園 che sorge su una collina e che racchiude una gran serie di attrattive. Palcoscenico amatissimo dai giapponesi durante la fioritura dei ciliegi, sede dello zoo della città, del Tokyo National Museum del Tosho-gu e, purtroppo, della comunità dei senzatetto di Tokyo.
Ueno si raggiunge assai facilmente essendo un quartiere centralissimo. Il mezzo che vi consiglio è la metropolitana: prendendo la linea arancione (Ginza Line) oppure la linea grigia (Hibiya Line) vi troverete a destinazione. Altro mezzo molto comodo (dipende ovviamente dal vostro punto di partenza) e la linea JR Yamanote che transita dalla stazione di Ueno che è uno snodo ferroviario importante della città, dato che da lì partono anche alcuni Shinkansen. Cercate l'uscita "Park" oppure la scritta 公園 e giungerete subito a destinazione. All'ingresso del parco di Ueno c'è una mappa per orientarsi all'interno, è molto grande e offre svariati punti d'interesse.

Tosho-gu

Se siete amanti del genere potrete visitare lo zoo di Ueno (上野動物園). Si potrà vedere il panda da vicino mentre è impegnato a sgranocchiare il suo bambù quotidiano, ma lo zoo ospita molti animali interessanti. E' grande e ben tenuto, per la visita impiegherete più di un paio d'ore.

L'ospite d'onore dello zoo di Ueno

Interessantissimo e imperdibile è il Tokyo National Museum 東京国立 博物館(Tokyo Kokuritsu Hakubutsukan), che si trova in fondo al parco, dalla parte opposta rispetto all'ingresso e alla fermata della metro (10 minuti di cammino).

Tokyo National Museum

E' il museo che contiene la più vasta collezione di arte giapponese al mondo, è il più grande e antico del Giappone (fu istituito nel 1872). Si compone di quattro gallerie che ripercorrono la storia, l'arte e la spiritualità del paese attraverso reperti archeologici antichissimi giapponesi (nella sala Hyoukei) o della regione asiatica (sala Touyou). Si possono ammirare spade, kimono d'epoca, armature, lacche e opere di grandi maestri della calligrafia che lasciano a bocca aperta nella sala principale (Honkan). Infine, nella sala Horiuji Homotsu (sala dei tesori di Horyuji) si possono trovare capolavori d'arte buddhista provenienti da Nara. Nel parco di Ueno sono contenuti anche altri musei  che però, per ragioni di tempo non ho potuto visitare.
Un angolo incantato del parco di Ueno è rappresentao dal Tosho-gu (東照宮), santuario molto suggestivo dedicato allo shogun Tokugawa Ieyasu, colui che unificò il Giappone. Questo santuario è una struttura originale del 1651 e conserva ancora quell'atmosfera antica, capace di farvi dimenticare che vi trovate nel cuore di una delle più grandi città del mondo.

Altare del Tosho-gu

Piccolo padiglione del complesso del Tosho-gu

Dopo aver detto una preghiera agitando la campanella davanti al Tosho-gu, per immergervi nell'atmosfera emanata da questo santuario, che non è imponente, ma evoca grande spiritualità, potreste fare come me: prendete una tavoletta votiva di legno come questa, si chiama "Ema" 絵馬 e serve per scriverci sopra un pensiero, un desiderio o un ringraziamento e affidarlo alla benevolenza del tempio. Mi sono divertita a curiosare tra i vari Ema presenti fuori dal Tosho-gu, c'erano molti scritti da stranieri, e la maggioranza dei pensieri era d'amore. C'erano anche dei disegni bellissimi fatti da qualcuno molto bravo. Mi chiedo se avrei dovuto sbirciare, ma la curiosità ha preso il sopravvento e non mi sono trattenuta!

Tavolette votive Ema

Passeggiando ancora nel parco vedrete quanti alberi di ciliegio ci sono, io ci sono andata in Settembre ed erano tutti spogli, ma solo ad immaginarli fioriti mi sono emozionata. Ci sono molte strutture dedicate allo svago e si trovano disseminate un pò ovunque e che sicuramente sono molto affollate nei periodi più turistici. Ci sono laghetti con le classiche barchette a forma di cigno e c'è un lago tutto particolare pieno di piante di loto: lo Shinobazu-ike.

Shinobazu-ike

Shinobazu-ike
Un grattacielo di Ueno, a dir poco strano.

Ho dedicato a Ueno un giorno e una mattinata, perchè il parco offre veramente tante attrattive. E' un quartiere ricco di ristoranti e centri commerciali, ma non ho potuto esplorarlo più a fondo nel mio viaggio. Di seguito alcuni link utili per orientarsi meglio a Ueno:

http://www.tnm.jp/?lang=en
http://www.jnto.go.jp/eng/location/regional/tokyo/ueno.html
http://www.tokyo-zoo.net/english/ueno/
http://www.uenotoshogu.com/

2015-04-21

Tokyo Mon Amour. Asakusa. 浅草の浅草寺と雷門において話しましょう!

Un tempo quariere dei divertimenti dell'antica capitale, sede di molti teatri Kabuki e di case di piacere, luogo in cui furono inaugurate le prime sale cinematografiche, durante la guerra Asakusa subì molti danni (tra cui la distruzione del tempio) e non riuscì mai a riprendere il suo antico splendore. E' tuttavia un luogo interessante e vivace, che ospita un tempio (purtroppo ricostruito) sacro alla dea Kannon, la cui porta è uno dei luoghi più fotografati della città e il grattacielo Asahi, una strana costruzione, ideata dall'architetto Philip Stark, che ricorda un boccale di birra.

Grattacielo Asahi
Si arriva comodamente ad Asakusa in metropolitana prendendo la linea rossa (Asakusa Line) oppure quella arancione (Ginza Line) partendo da molti punti di Tokyo. Risalendo verso l'esterno vi imbatterete in questo bel murales che ricorda le bellezze del quartiere e la sua storia, a me è piaciuto moltissimo:

Stazione di Asakusa
A poca distanza dall'uscita della metro (basta seguire le indicazioni per "Kaminarimon") troverete subito la celeberrima "Porta del tuono" 雷門 e la riconoscerete subito per il suo colore rosso sgargiante e la grandissima lanterna ("Chouchin" 提灯) che la adorna.
Kaminarimon

Statua di Raijin

Statua di Fuujin

Ai due lati della porta sono posizionate le due statue di legno raffiguranti i guardiani del tempio: a sinistra Raijin 雷神, il dio del tuono, a destra Fuujin 風神, dio del vento. Se guardate bene vedrete che nella mia foto (questa appena sopra) si vede un microfono. Non è raro trovarsi nel bel mezzo di un set o di un programma televisivo che abbia come scenario il Kaminarimon. Quel giorno c'era al lavoro una troupe televisiva e degli attori in costume d'epoca.
Superata la porta del tuono si accede ad una lunga strada, il Nakamise-dori 仲見世 che è un pò come il paese dei balocchi:

Nakamise-douri
Ai due lati della strada ci sono bancarelle che vendono di tutto. E' il paradiso dei souvenir, la gioia del turista curioso (come me). Proverò ad elencare alcune delle cose che offrono questi simpatici commercianti pronti a chiacchierare con chiunque si interessi alla loro merce: ci sono effigi del Giappone raffigurate su magliette, portachiavi, ventagli, si vendono kimono, yukata, bambole kokeshi, bacchette, parrucche, amuleti, borse, accessori per capelli, stampe e lacche, cartoline, portafortuna, parrucche... è qui che ho comprato la maggior parte dei miei souvenir, perchè davvero c'era da sbizzarrirsi e sono riuscita ad accontentare tutti. Oltre alla variopinta chincaglieria, ci sono molte bancarelle che vendono cibo. Qui si possono acquistare i deliziosi "Senbei" (crackers di riso rotondi dolci o salati) fatti al momento, gustare Yakitori o Takoyaki, si vende la frutta fresca da regalare o da mangiare, insomma, c'è davvero di tutto.
Se riuscirete a superare indenni la prova a cui vi sottoporrà il Nakamise-dori, arriverete davanti al bellissimo Senso-ji (浅草寺), tempio sacro alla dea della misericordia (la dea Kannon) la cui effigie, pur non essendo esposta al pubblico, è custodita da sempre in questo tempio. Quello che si può visitare è una riproduzione del 1950. L'originale, come detto prima, fu distrutto in un bombardamento durante la guerra.
Edificio principale del Senso-ji
Una raffigurazione della dea Kannon
Ai piedi della scalinata che conduce al tempio c'è un grande braciere il cui fumo, si dice, porti buona salute. E' usanza dei visitatori cercare di farlo penetrare attraverso i vestiti e respirarne l'aroma per godere dei benefici effetti.

Ingresso del tempio
Accanto al Senso-ji sorge una pagoda a cinque piani (tradizionale nei templi shintoisti), altri piccoli santuari e un bellissimo giardino, il Dembou-in 伝法院. E' molto piacevole aggirarsi nei dintorni di questo tempio, è affollato sia da giapponesi che da stranieri, è un tempio metropolitano, vivace, lontano dalle atmosfere immacolate dei templi di Kyoto, è immerso nel cuore pulsante di una città sempre in movimento e così il movimento si riflette anche nella quiete.

La pagoda del Senso-ji



Un particolare
Il giardino del tempio


Una cascata all'interno del giardino

Il tempio Senso-ji è senz'altro l'attrazione principale di Asakusa, una visita al tempio, considerate le soste per lo shopping e per sgranocchiare qualcosa, richiederà un paio d'ore come minimo. Il quartiere comunque si percorre a piedi tranquillamente e si può passeggiare anche lungo le rive del Sumida-gawa, il fiume che lo attraversa.


http://www.asakusa-nakamise.jp/

2015-04-20

Tokyo Mon Amour. La prima volta: orientarsi. 東京の輸送手段について話しましょう。

Per chiunque sia stato in Giappone, Tokyo rappresenta, oltre che una meta irrinunciabile, un ricordo indelebile. E' una città che può confondere, trafficata, piena di grattacieli, di rumori, una città che non dorme mai, illuminata anche di notte, sempre viva e frenetica, lontana da quello che è il Giappone tradizionale che molti immaginano, lontana dalla calma e dallo zen, eppure affascinante, opulenta, futuristica, efficiente. Personalmente amo molto Tokyo, è il cuore pulsante di ciò che il Giappone rappresenta agli occhi del mondo: il progresso vivo, che non si ferma mai, eppure regolato, dignitoso, che trae origini da qualcosa che è ancora tangibile pur fremendo nel caos.

Il quartiere di Ginza

Sono stata due volte a Tokyo e, a distanza di tre anni, ho trovato una città cambiata. Pur rimanendo sostanzialmente la stessa, si era evoluta, era più efficiente, più perfetta, diversa, potenziata. E' una città verticale, che cresce tentando di sfidare se stessa, con la sua periferia sconfinata, i marciapiedi affollati, i treni veloci e puntualissimi, l'asfalto nero e liscio, le luci, i ristoranti sempre aperti, i taxi in continuo movimento, gli schermi luminosi, le voci ovunque, parti di un flusso che non si interrompe mai. Far parte di questo flusso viene naturale già dal primo momento in cui si tocca il suo suolo, si inizia a fremere, a voler vedere, a volersi fondere e a curiosare all'interno di qualcosa che è grandissimo e che, pur essendo difficile da comprendere agli occhi di qualsiasi occidentale, rapisce. Io mi sono fatta rapire subito, in parte perchè questo è il mio atteggiamento, ma non avrei potuto fare altrimenti.

Grattacieli sulla strada per Odaiba

Nonostante la quantità di persone che affollano le vie della città a qualsiasi ora del giorno e della notte, spostarsi a Tokyo è facile, basta fare un pò di pratica. E' risaputo in tutto il mondo che Tokyo è una delle città più comode ed efficienti per quanto riguarda i trasporti, ed è assolutamente vero. Ci sono molteplici modi per muoversi all'interno di essa, sono tutti fruibili e semplici da utilizzare.
Per arrivare a Tokyo dall'aeroporto Narita si prende un treno molto comodo che fa diverse fermate all'interno della città. La prima volta che sono arrivata sono scesa alla stazione centrale di Tokyo. Descrivere l'effetto che fa è quasi impossibile, sembra di essere lanciati da una catapulta e schizzare a tutta velocità come proiettili verso l'orizzonte. Ci sono persone, persone ovunque, cartelli in una lingua sconosciuta (lì per lì si viene attratti dai caratteri giapponesi e non ci si rende conto che ovunque tutto è tradotto in inglese!), voci confuse, cartelli, musica, fretta, annunci e lo smarrimento è normale. Importante è guardarsi intorno con criterio e capire bene il funzionamento delle stazioni. Anche se sembra una cosa difficile, non lo è affatto. Di solito le stazioni sono strutturate a più livelli (quelle più grandi soprattutto) e basta focalizzare la propria attenzione sulla giusta uscita da prendere. La scritta "Exit" è 出口 (si legge "Deguchi") ma non bisogna lasciarsi ingannare, come è successo a me che seguivo i cartelli "Exit" e non riuscivo a capire dove stessi andando, bisogna scoprire QUALE è la giusta uscita a seconda di dove si ha necessità di recarsi, se uscire in superficie o cambiare treno, prendere la metro o una linea JR, quindi calma.
Procurarsi una cartina della metropolitana è facile, ce ne sono a disposizione ovunque e se ci si guarda bene intorno, ogni direzione plausibile da seguire è ampiamente spiegata. Il personale delle stazioni di Tokyo parla inglese ed è molto ben disposto a dare informazioni. Visto il grande flusso di persone non è che potete star lì a raccontare la vostra vita, ma sicuramente vi aiuteranno.

Mappa della Metropolitana di Tokyo

La metropolitana, o "Chikatetsu" (地下鉄 letteralmente "Ferro sotto la terra") è un mezzo di trasporto capillare, che copre la città e la periferia in modo accuratissimo e veloce in cui orientarsi è molto facile. Seguite il vostro colore anche mentre transitate all'interno dei tunnell delle stazioni, contate il numero delle fermate e guardate i display all'interno del treno (in inglese!) e lungo i binari, non potete sbagliare. Se non bastasse, ci sono annunci vocali continui riguardo ai treni in arrivo e in partenza (solo in giapponese!). Credo che esistano anche delle App che contengono mappe offline della metro e dei treni! Procurarsi il biglietto è facile. Prendendo dimestichezza con le macchinette situate appena fuori dalle barriere d'ingresso è anche un modo divertente (cercate quelle in inglese). La tariffa viene calcolata immettendo la stazione d'ingresso e quella di uscita, esistono abbonamenti settimanali o giornalieri, che sono convenienti in quanto la metro non è molto economica (un biglietto base parte da 160 Yen, poco più di un euro). Se non amate il fai-da-te, gli sportelli sono sempre aperti e potrete acquistare lì il biglietto (il JAPAN RAIL PASS di cui abbiamo già parlato, non vale per la metro).

Una stazione in un momento insolitamente tranquillo!

I treni della linea ferroviaria JR Yamanote toccano tutte le zone più importanti di Tokyo e si incrociano con le altre linee e la metropolitana, si può fare un biglietto di 130 Yen e completare il giro della città in un'ora. Oltretutto i treni di questa linea sono gratuiti per chi possiede un Japan Rail pass. Per cercare la linea Yamanote occorre seguire le indicazioni in verde all'interno delle stazioni, colore che richiama quello dei treni (grigi con finiture verdi). Le stazioni spesso sono affollatissime, soprattutto nelle ore di punta che consiglio di evitare, il personale è molto indaffarato e nelle biglietterie troverete senz'altro la fila. Può essere scoraggiante all'inizio, ma basta prendere dimestichezza ed è sufficiente sfruttare questi due modi per spostarsi agevolmente. I taxi a Tokyo circolano continuamente ma sono molto cari e i tassisti non sempre parlano inglese, ricorrete ad essi solo in caso di vera emergenza o di notte quando il servizio dei treni è sospeso, gli autobus sono un mezzo a cui non mi sono approcciata a Tokyo perchè davvero mi sono sembrati complicati e il blocco linguistico mi ha intimorito all'idea di dover chiedere informazioni all'autista! Il treffico della città poi, potrebbe farvi perdere inutilmente un sacco di tempo.
Gli Shinkansen 新幹線, i famosi treni proiettile, partono dalle principali stazioni di Tokyo (Tokyo Central, Ueno, Shinagawa...) e hanno binari riservati. Utilissimi per coprire grandi distanze in pochissimo tempo, sono gratuiti per chi possiede un Japan Rail Pass e rappresentano una esperienza veramente futuristica. Raggiungere il luogo convenuto per la partenza non è difficile, sul bordo del binario sono indicati numeri delle carrozze e ci sono delle linee tracciate a terra in corrispondenza delle porte del treno. Basta mettersi compostamente in fila e attendere il proprio turno. Nei periodi delle festività è bene prenotare anche se si possiede un Japan Rail Pass altrimenti si rischia di fare il viaggio in piedi.

Binari...

Spostarsi nei vari quartieri che compongono Tokyo è cosa assai facile e lo si può fare tranquillamente a piedi. E' vero, Tokyo è inquinata e caotica, ma riserva svariate oasi di pace (il parco di Ueno, la baia di Odaiba, i giardini del Palazzo Reale...) e ci si può rilassare facendo soste nei moltissimi Kissaten (喫茶店 caffetterie) disseminati lungo le vie della città, entrare nei negozi, nei supermercati (ce ne sono molti aperti 24 ore su 24 tipo "Seven Eleven" che in giapponese si chiamano "Konbini" コンビニ ) in cui vale assolutamente la pena entrare a curiosare!

Scorcio di Shinjuku

Tokyo è una città assolutamente sicura e non c'è nulla da temere, soprattutto di giorno. Anche se al primo approccio, come ogni megalopoli che si rispetti, dà una impressione di smarrimento, è una città da scoprire, pulitissima (attenzione: non si fuma assolutamente camminando e non si gettano mozziconi a terra, ci sono posaceneri sparsi lungo i mercipiedi e ci si ferma lì a fumare, ci sono zone in cui è assolutamente proibito e i passanti saranno lesti a sgridarvi!). Io adoro Tokyo perchè è moderna e disciplinata allo stesso tempo, ci sono posti in cui respirare l'aria della Edo che fu e conoscere da vicino un pò della vita dei giapponesi della capitale.

Tokyo Tower di notte

I quartieri più importanti di Tokyo, a cui dedicheremo articoli analizzandoli uno per uno, i cui nomi dovrete sottolineare sulle vostre mappe sono:

Tokyo Centro (Tokyo Chuushinbu) 東京 中心部 (è il cuore pulsante della città, sede del palazzo reale e delle attività commerciali e finanziarie)
Asakusa  浅草 (quartiere che ospita il famoso tempio Senso-ji e la sua porta d'accesso, il Kaminarimon, uno dei simboli di Tokyo)
Ueno 上野 (sede di un parco molto grande e affollato durante la fioritura dei ciliegi, ospita molti musei e lo zoo di Tokyo)
Ginza 銀座 (quartiere dello shopping e dei negozi di lusso)
Shinjuku 新宿 (vivacissimo soprattutto di notte, pullula di negozi, sale da Pachinko, alberghi e bar)
Harajuku 原宿 (il quartiere del cosplay, dei negozi trendy e della sottocultura giovanile giapponese)
Shibuya 渋谷 (famosissimo lo Shibuya Crossing, uno degli incroci pedonali più trafficati del mondo, è un quartiere pieno di vita)
Odaiba お台場 (di recente costruzione, è lungo la baia di Tokyo e si ragginuge attraverso il "Rainbow Bridge" un maestoso ponte sospeso. Luogo di divertimenti, sede anche di Tokyo Disneyland)
Akihabara 秋葉原 (celeberrimo quartiere dell'elettronica e della tecnologia, pieno di negozi specializzati nel settore. Lì si può toccare con mano il progresso!)

Alba sulla città

Di seguito qualche link utile all'orientamento:

http://www.tokyometro.jp/en/
http://www.japan-guide.com/e/e2370.html
http://www.japan-guide.com/e/e2018.html

2015-04-15

Goemonburo, una particolare vasca da bagno giapponese. 五右衛門風呂について話しましょう!

Avete mai sentito parlare di Ishikawa Goemon? Molti di voi probabilmente ricordano l'abile e schivo samurai compagno di avventura di Lupin III, il quale si proclama orgogliosamente come il tredicesimo successore dell'originale Ishikawa vissuto realmente nel Giappone del 1500.
La storia di Ishikawa Goemon, ma soprattutto la sua tragica fine, hanno dato origine al nome di un particolare tipo di vasca da bagno di cui vi voglio parlare oggi: il Goemonburo (五右衛門風呂).

Importante regolare la temperatura!

 Ishikawa Goemon nacque nel 1558, la sua vita si intreccia da sempre con la leggenda. Di lui si sa che era un abilissimo ninja e un ladro, di quelli però che rubavano oro ai ricchi per donarlo ai poveri, un pò in stile Robin Hood. Si dice che fu condannato a morte per aver tentato di assassinare Toyotomi Hideyoshi, colpevole di avergli ucciso la moglie. Goemon aveva un figlio, Gobei, che fu condannato anch'egli a morte insieme al padre, sebbene fosse ancora piccolo. Il modo scelto per giustiziare Goemon era la punizione che si riservava ai ladri: venire pubblicamente bollito vivo in un calderone pieno di olio bollente. Fu così infatti che avvenne la sua esecuzione, ma Goemon riuscì a salvare il proprio figlio issandolo sulle proprie braccia e tenendolo al di sopra del livello dell'olio bollente.

Esecuzione di Ishikawa Goemon
Dalla fine tragica di Goemon, prende il nome un modo tradizionale di fare il bagno in Giappone che, si dice, sia anche molto salutare. Il Goemonburo è una vasca di solito verticale adatta ad ospitare soltanto una persona, fatta di legno o di ferro (ma anticamente si usavano anche dei grossi bidoni di metallo) contenente acqua che viene riscaldata direttamente dalle fiamme di un fuoco che si trova alla base, esattamente come un calderone. Il fuoco acceso sotto la vasca è in grado di mantenere l'acqua calda a lungo, così da pemettere a tutti i membri della famiglia di fare il bagno. Il Goemonburo può essere sistemato all'esterno dell'abitazione oppure in apposite capanne a parte e lo si può utilizzare anche d'inverno, dato che l'acqua all'interno raggiunge temperature elevate.
Le vasche da bagno giapponesi sono famigerate per la temperatura alta dell'acqua che contengono alla quale noi fatichiamo un pò ad abituarci, soprattutto al primo tentativo di immersione. Il Goemonburo potrà sembrare ai nostri occhi una specie di trabocchetto o un'arma letale (da cui infatti prende il nome..) ma è amatissimo soprattutto dagli anziani che ne traggono benefici alla schiena e alle articolazioni (e si dice anche che mantenga la pelle levigata e giovane).

Dettagli di un Goemonburo
Goemonburo
In era moderna non si utilizza quasi più il classico Goemonburo, ma delle vasche situate dentro le case alimentate con un fuoco all'esterno che riscalda indirettamente l'acqua oppure, soprattutto nelle città, sono gli scaldabagni elettrici o a gas a fornire la giusta temperatura per un rilassante bagno.

Un moderno Goemonburo

Anche nella casa di Satsuki e Mei nel film Totoro, c'è un Goemonburo

La figura di Ishikawa Goemon, un ladro generoso, che aiutava i poveri e si opponeva al potere dispotico, ha lasciato una importante traccia nell'immaginario giapponese. Oltre che essere il fedele compagno di Lupin III, compare in molti spettacoli del teatro Kabuki e, recentemente, in un film del 2009 dal titolo "Goemon".

Goemon Ishikawa XIII

Locandina del film "Goemon"

Goemon nel teatro Kabuki


Per concludere, un video che mostra il funzionamento del Goemonburo direttamente dal Giappone. Nonostante l'alone un pò funesto che ne circonda il nome, non lo provereste? Io sì!!!

2015-04-14

La leggenda di Kintaro, il ragazzo d'oro. 金太郎の昔話について話しましょう!



Questa è la storia di Kintaro 金太郎, ovvero il "Ragazzo d'oro" (se vedete sul grembiulino dell'illustrazione qui sopra ha il kanji "Kin", cioè oro, disegnato sopra, come viene rappresentato tradizionalmente). E' un personaggio del folklore giapponese, dotato di una grande forza ma anche di una cuore gentile. La leggenda narra che da bambino vivesse sul monte Ashigara insieme agli animali del bosco e, una volta diventato adulto, si mettesse al servizio di un grande samurai (Minamoto no Yorimitsu) sotto il nome di Sakata no Kintoki. Si dice anche che fu proprio Sakata no Kintoki, vissuto nel periodo Heian, ad ispirare la leggenda di Kintaro. La figura di Kintaro incarna esattamente le virtù del perfetto samurai: un corpo prestante animato da un cuore nobile.
Quella che trovate di seguito (tradotta da me dal giapponese) è una delle classiche versioni della favola di Kintaro. E' possibile ascoltarla anche in versione audio cliccando sul link alla fine:

むかしむかし、あしがら山の山奥に、金太郎という名前の男の子がいました。
Tanto tempo fa, nelle profondità della montagna Ashigara, viveva un bambino di nome Kintaro.
 金太郎の友だちは、山の動物たちです。
 金太郎は毎日毎日、動物たちとすもうをして遊んでいました。
Gli amici di Kintaro erano gli animali della montagna. Ogni giorno, ma proprio ogni giorno, Kintaro si allenava nel Sumo con gli animali della montagna.
「はっけよい、のこった、のこった」
「金太郎、がんばれ、クマさんも負けるな」
 だけど勝つのはいつも金太郎で、大きな体のクマでも金太郎にはかないません。
"In posizione, pronti!" "Kintaro, coraggio, sconfiggi anche l'orso!" . In ogni caso Kintaro aveva sempre la meglio perchè nemmeno il grande corpo dell'orso poteva competere con la sua immensa forza.
「こうさん、こうさん、金太郎は強いなあ。でも、次は負けないぞ」
 今度は、つな引きです。
 金太郎一人と、山中の動物たちの勝負です。
 "Mi arrendo, mi arrendo, Kintaro è troppo forte! Ma la prossima volta non perderò!" 
Ogni volta però accadeva lo stessa cosa. Kintaro, da solo, aveva rivaleggiato con tutti gli animali della montagna.
 動物たちの中には、体の大きなクマやウシやウマやシカもいましたが、金太郎にかないません。
「つな引きも、金太郎の勝ち!」
 なんとも大変力持ちの金太郎ですが、強いだけでなく、とてもやさしい男の子です。
Tra tutti gli animali nessuno era riuscito a battere Kintaro anche se avevano il corpo più grande: nè l'orso,  nè il toro, nè il cavallo, nè il cervo. "Ogni volta è la stessa cosa, Kintaro vince!". In realtà Kintaro non era soltanto dotato di una grande forza, era anche un bambino molto gentile.
ある日、クマの背中に乗って山道を行くと、谷のところで動物たちが困っていました。
「どうしよう? 橋がないから、向こうへわたれないよ」
「よし、ぼくにまかせておけ」
 金太郎は近くに生えている大きな木を見つけると、
「よし、ちょうどいい大きさだ」
と、いって、その大きな木に体当たりをしました。
Un giorno, mentre percorreva un passo di montagna cavalcando il dorso di un orso, vide che nella vallata c'era un animale in pericolo. "Cosa posso fare? Non c'è un ponte, non posso arrivare dall'altra parte!" "Lascia fare a me!". Kintaro andò a cercare un grosso albero che cresceva lì vicino. "Perfetto! Questo è abbastanza grande!" e, dicendo così, si gettò contro il grande albero.
 ドーン!
 すると大きな木は簡単に折れてしまい、金太郎がそれを持ち上げて谷にかけると、あっという間に一本橋の出来上がりです。
「わーい。どうも、ありがとう」
 動物たちは大喜びで、金太郎のつくってくれた橋を渡りました。
Ba-m! Kintaro riuscì ad abbattere immediatamente il grande albero con facilità, lo sollevò verso la vallata e in un secondo costruì un ponte. "Wow! Grazie!" . L'animale, pieno di gratitudine, attraversò il ponte che aveva costruito per lui Kintaro.
その後、強い力とやさしい心を持った金太郎は立派な若者になり、都のえらいお侍さんの家来(けらい)になって、悪い者を次々とやっつけたということです。
Dopodichè, con la sua grande forza e la sua gentilezza, Kintaro divenne un magnifico giovane, divenne il vassallo di un importante samurai della capitale, e si dice che sconfisse una dopo l'altra tutte le persone malvage che incontrò.
 
http://hukumusume.com/douwa/pc/jap/06/01.htm

Il personaggio di Kintaro è stato molto utilizzato nel teatro No e nel Kabuki e, nel giorno dei bambini, che si festeggia il 5 maggio, è usanza regalare ai figli maschi una bambolina di Kintaro perchè sia di ispirazione e porti al bimbo forza e virtù.
E' stato ispirazione anche del noto manga "Golden Boy", il cui personaggio principale, Kintaro Oe, viaggia per il mondo al grido di "Imparo! Imparo!" e delle avventure di "Salaryman Kintaro", un altro manga, anime e lungometraggio cinematografico, che racconta la storia di Kintaro Yajima, un salaryman dal passato oscuro che, entrato a lavorare in una grande ditta, difende gli indifesi dai soprusi del carismatico boss.

Salaryman Kintaro


Golden Boy

2015-04-12

Una gita ad Okayama. 岡山町の旅において話しましょう!

Facilmente raggiungibile da Kyoto, Hiroshima e Kobe, la città di Okayama 岡山, capoluogo della prefettura (Okayama-Ken 岡山県), è famosa per svariati motivi, uno dei quali è che si fa risalire proprio a questa provincia l'origine della leggenda di Momotaro, di cui recentemente abbiamo parlato. Oltre a vantare un tale paladino, Okayama ospita un castello meraviglioso, Okayama-jo 岡山城 e uno dei tre giardini più belli di tutto il Giappone: il Koraku-en 後楽園.

Ingresso del Koraku-en

A prima vista, questo grande giardino non sembra altro che una distesa di prati dall'aspetto un pò anomino. Addentrandosi tra i numerosi vialetti che lo attraversano si scopre invece che nasconde dei veri e propri tesori che vale la pena ammirare. Completato intorno al 1700 è rimasto immutato dai tempi del Giappone feudale e conserva una atmosfera tutta particolare. Essendo molto grande è difficile che sia tanto affollato da risultare fastidioso. Si può percorrerlo con calma buttando uno sguardo ogni tanto al castello che gli sta alle spalle e rilassarsi. Il Koraku-en è il "giardino delle stagioni" perchè cambia aspetto a seconda del periodo dell'anno in cui lo si visita. Al suo interno, infatti, sono contenute molte delle colture che si praticano in Giappone anche in era moderna: c'è la risaia, la piantagione di tè, il grano, tanti alberi da frutto (ammirarli in fiore è un vero spettacolo) e un bosco di bambù. Si possono trovare fiori e piante di ogni tipo (anche se io sono andata in Gennaio e purtroppo per me non ho potuto godere appieno di questo aspetto...), è un giardino che, a dispetto della semplicità con cui si presenta, nasconde una vera opulenza che offre agli occhi di chi lo vede uno spettacolo diverso a seconda del momento.

Uno dei padiglioni del Koraku-en
Carpe Koi

Ci sono laghetti, una casa da tè, ponti e padiglioni tra cui si librano svariate specie di uccelli. Un paradiso nascosto che riporta nel periodo Edo.

Koraku-en




Conosciuto anche come U-jo 烏城 (Castello del Corvo) in virtù del suo colore nerissimo, fu fatto costruire nel 1573 e vi regnarono ben 15 signori feudali che si succedettero per 300 anni. Purtroppo quello che si può ammirare oggi è una ricostruzione in cemento che ricalca esattamente la forma originale. L'antico castello, purtroppo, fu distrutto in un bombardamento degli Alleati nel 1945. Quando lo si vede da lontano, si avverte subito un sentore di severità, austerità. Pur essendo bellissimo, è assai maestoso ed imponente e, a differenza del vicino Himeji-jo (di cui parleremo) che, col suo colore bianco sembra circondato da un alone quasi fiabesco, Okayama-jo fa pensare al volto severo di qualcuno dei Daimyo che lo abitò.

Okayama-jo



Si accede all'edificio principale dopo aver attraversato un cortile in cui sono state disposte alcune delle pietre che componevano le fondamenta della struttura originale e si può anche ammirare una delle torri di guardia (sul lato nord-ovest, la Tsukimi Yagura, ovvero la "Torre della Luna", uno dei punti che offrivano una vista perfetta per ammirare la luna e per difendere il castello da eventuali attacchi).

Tsukimi Yagura
Nel cortile sono visibili anche dei magazzini per lo stoccaggio della polvere da sparo. Entrare dentro e salire tramite scalinate di cemento fa un affetto non molto coerente con quello degli edifici storici che si visitano in Giappone (o almeno la maggior parte di essi), sembra un controsenso, non si percepisce l'odore del legno, non si entra scalzi, e per di più c'è una sala contenente costumi del periodo Edo che si possono indossare per farsi scattare una fotografia. Dalla torre più alta, però, la vista è mozzafiato, si può godere uno spettacolo fantastico, il panorama della città è incantevole e si può spaziare con lo sguardo sul parco sottostante (il Koraku-en) pregustandone la visita. Nonostante sia fatto di cemento, questo castello è ancora in grado di evocare le atmosfere del passato e affascinare chiunque lo veda. Le bordature dei tetti e gli Shachihoko 鯱鋒 (animali del folklore giapponese con la testa di tigre e il corpo di carpa che si diceva attirassero la pioggia e che pertanto venivano posti sulle sommità dei templi e dei castelli per proteggerli dal fuoco) d'oro che splendono al sole sono proprio suggestivi.


Shachihoko
Come accennavo prima, Okayama si raggiunge facilmente, un'ora di Shinkansen da Kyoto (io sono partita da lì), e 45 minuti da Osaka. Dalla stazione centrale spostarsi è facilissimo. Se non siete dei camminatori e prediligete servirvi dei mezzi pubblici, il tram della linea Higashi-Yama al costo di 100 Yen raggiunge tutti i siti di interesse turistico. La città è adatta ad una gita di un giorno. Il castello e il Koraku-en sono collegati tra loro da un ponte, trovandosi l'uno di fronte all'altro. Chiedete un opuscolo informativo che vi sarà comunque fornito in ogni sito che visiterete.


Di seguito alcuni link utili per conoscere meglio Okayama:

 https://www.turismo-giappone.it/scoprire-il-giappone/destinazione/chugoku/escursioni-nel-chugoku/okayama/okayama
http://www.jnto.go.jp/eng/location/spot/castles/okayama.html 
http://www.okayama-korakuen.jp/english/